7 La casa più strana del mondo Era il posto più bello e più strano che si potesse immaginare. Gli alti muri che lo racchiudevano erano coperti dai rami spogli di rose rampicanti così fitti da costituire un intricato groviglio. Mary sapeva che erano rose perché aveva visto molti di questi fiori quando era in India. Il terreno era ricoperto di erba rinsecchita per il freddo e costellato da cespugli che dovevano essere stati un tempo pieni di rose, ma che ora sembravano morti. Altre rose erano cresciute come alberelli con i rami piegati verso il terreno. Nel giardino c’erano anche altri alberi, ciò che tuttavia creava quell’atmosfera di incanto erano proprio tutte le rose rampicanti che erano cresciute dappertutto e che, in alcuni punti, si erano intrecciate con i rami degli alberi formando come dei piccoli archi. Poiché erano prive di foglie e germogli, Mary non riusciva a capire se fossero vive o morte, ma i loro rami sottili di color grigio o marrone s’intrecciavano così da coprire ogni cosa, i muri, gli alberi, l’erba. «Avevo pensato che fosse diverso dagli altri giardini perché non è stato curato per tanto tempo», disse Mary tra sé e sé, «ma non è solo quello… è il posto più bello e strano che abbia mai visto… E che silenzio che c’è qui… che silenzio…»