8 Dickon Per quasi una settimana il sole splendette sul Giardino Segreto, come lo chiamava Mary. Le piaceva il nome e le piaceva ancora di più la sensazione che aveva quando era chiusa tra quelle quattro mura e nessuno sapeva che lei era lì dentro. Le sembrava di essere fuori dal mondo, in un qualche luogo descritto nelle fiabe che aveva letto e in cui si narrava di giardini segreti. Qualche volta la gente andava a dormire in questi giardini per centinaia di anni, ma lei riteneva che fosse una cosa piuttosto stupida. Mary non aveva certo intenzione di andare a dormire nel suo giardino, al contrario, giorno dopo giorno, diventava sempre più attiva. Cominciava a piacerle stare all’aria aperta; non odiava neanche più il vento, anzi le piaceva. Adesso correva più velocemente e più a lungo, riusciva anche a saltare alla corda contando fino a cento. Ma non solo… Mary lavorava. Intorno ai bulbi aveva creato piccoli spazi puliti che permettevano loro di respirare e di crescere dalla terra scura. Ora i raggi del sole potevano raggiungerli per scaldarli e la pioggia bagnandoli li rinvigoriva. Mary era tenace e determinata e ora aveva qualcosa su cui concentrarsi, da cui era totalmente assorbita. Si dedicava al lavoro zappando la terra e sradicando energicamente le erbacce e, invece che stancarsi, si appassionava sempre di più. Per lei era una specie di nuovo gioco.