9 Il nido del tordo Per due o tre minuti Dickon rimase immobile in piedi a guardarsi intorno, mentre Mary non gli staccava gli occhi di dosso, poi cominciò a camminare per il giardino cautamente, ancora più cautamente di quanto Mary avesse camminato la prima volta che si era trovata tra quelle quattro mura. Il suo sguardo sembrava completamente assorbito da ciò che lo circondava: dagli alberi spogli con i rampicanti che pendevano dai rami, che si aggrovigliavano sulle pareti per poi perdersi tra l’erba, dalle nicchie di sempreverdi con i sedili di pietra e i grandi vasi. «Non mi sarei mai immaginato un luogo simile», disse infine sempre sussurrando. «Non sapevi che esistesse?», domandò Mary. Aveva parlato ad alta voce e lui le fece segno di abbassare la voce. «Dobbiamo parlare piano o qualcuno ci potrebbe sentire e chiedersi che cosa facciamo qui.» «Oh sì, ho dimenticato!», esclamò Mary, la faccia spaventata e mettendosi svelta una mano davanti alla bocca. «Quindi non sapevi del giardino?», domandò di nuovo, questa volta sottovoce. Dickon fece cenno di sì. «Martha mi aveva detto che c’era un giardino in cui mai nessuno aveva messo piede. E ci siamo sempre chiesti come fosse.»