Ma stentava a sorgere in lui quell’atto di volontà, che con tanta evidenza sarebbe stato contrario alla volontà di tutti quei parenti.
Come Cesara, però, senza muovere il capo, senza batter ciglio, levò appena una mano ad accennar la sua mamma lí distesa, dicendogli: – Vede, professore? – il professore ebbe uno scatto, e:
– Sí, cara, sí! – le rispose con una concitazione quasi astiosa87, che stordí la sua antica allieva. – Ma tu àlzati! Non farmi calare, perché non posso calarmi! Àlzati da te! Subito, via! Sú, sú, fammi il piacere!
Senza volerlo,forzata da quella concitazione,la giovane si scosse dal suo abbattimento e guardò, quasi sgomenta, il professore:
– Perché? – gli chiese.
– Perché, figliuola mia... ma àlzati prima! ti dico che non mi posso calare88, santo Dio! – le rispose il Gori.
Cesara si alzò. Rivedendo però sul lettino il cadavere della madre, si coprí il volto con le mani e scoppiò in violenti singhiozzi.
Non s’aspettava di sentirsi afferrare per le braccia e scrollare e gridare dal professore, piú che mai concitato:
– No! no! no! Non piangere, ora! Abbi pazienza, figliuola! Da’ ascolto a me!

86 per… rovina: il ricco matrimonio avrebbe fatto la fortuna della giovane, che adesso, rimasta sola, senza neanche più l’appoggio della madre, vede seriamente compromessi i suoi progetti per l’avvenire. Pertanto, il Gori decide di intervenire a tutti i costi per convincerla a celebrare quelle nozze e salvarla in questo modo dalla rovina.
87 concitazione quasi astiosa: agitazione carica di malumore, di ostilità. Il malumore del protagonista è provocato da una concatenarsi di situazioni negative: l’atteggiamento dei parenti, la manica scucita e l’arrendevolezza dell’allieva, che non mostra di reagire di fronte alla duplice disgrazia.
88 calare: chinare.