Tornò a guardarlo, quasi atterrita questa volta, col pianto arrestato negli occhi89, e disse:
– Ma come vuole che non pianga?
– Non devi piangere, perché non è ora di piangere, questa, per te! – tagliò corto il professore. – Tu sei rimasta sola, figliuola mia, e devi ajutarti da te! Lo capisci che devi ajutarti da te? Ora, sí, ora! Prendere tutto il tuo coraggio a due mani: stringere i denti e far quello che ti dico io!
– Che cosa, professore?
– Niente. Toglierti, prima di tutto, codesti pezzetti di carta dai capelli.
– Oh Dio, – gemette la fanciulla, sovvenendosene, e portandosi subito le mani tremanti ai capelli.
– Brava, cosí! – incalzò il professore. – Poi andar di là a indossare il tuo abitino di scuola; metterti il cappellino, e venire con me!
– Dove? che dice?
– Al Municipio, figliuola mia!
– Professore, che dice?
– Dico al Municipio, allo stato civile, e poi in chiesa! Perché codesto matrimonio s’ha da fare, s’ha da fare ora stesso; o tu sei rovinata! Vedi come mi sono conciato per te? In marsina! E uno dei testimoni sarò io, come volevi tu! Lascia di qua la tua povera mamma; non pensare piú a lei per un momento, non ti paja un sacrilegio90! Lei stessa, la tua mamma, lo vuole! Da’ ascolto a me: va’ a vestirti! Io dispongo91 tutto di là per la cerimonia: ora stesso!
– No... no... come potrei? – gridò Cesara, ripiegandosi sul letto della madre e affondando il capo tra le braccia, disperatamente.
– Impossibile, professore! Per me è finita, lo so! Egli92 se ne andrà, non tornerà piú,mi abbandonerà...ma io non posso... non posso...
89 col… occhi: con le lacrime che, invece di scendere, le rimanevano negli occhi. Lo stupore della ragazza di fronte al singolare comportamento del professore, è tale, che non riesce neppure più a piangere.
90 un sacrilegio: una grave mancanza di rispetto, un’azione indegna.
91 dispongo: preparo.
92 Egli: lo sposo, Andrea Migri.