– E venite da me? – riprese Cirlinciò, col volto avvampato di stizza. – Scusatemi, compare: gnornò31! non ve la do! non ve la posso dare!
– Ma io non dico dare. Ve la pagherò.
– Avete i denari?
– Li avrò.
– Niente, allora! Quando li avrete.
– È la prima volta – gli fece notare, dolente e con calma, il Gallo – è la prima volta che vengo da voi per una padovana32.
– Ma io ho giurato, lo sapete! Ho giurato! ho giurato33!
– Lo so. Ma vedete perché mi serve?
– Non sento ragione! Piuttosto, guardate, piuttosto vi do tre tarí e vi dico di andarvela a comprare in un’altra bottega34.
Lizio Gallo sorrise mestamente, e disse:
– Caro compare, se voi mi date tre tarí, lo sapete, io me li mangio35, e berretta non me ne compro. Dunque, datemi la berretta.
– Dunque, né questa né quelli! – concluse Cirlinciò, duro.
Lizio Gallo si levò pian piano da sedere, sospirando:
– E va bene! Avete ragione. Cerco la via per uscire da questi guaj e vedo che l’unica, per me, sarebbe di morire, lo so.
– Morire... – masticò Cirlinciò. – C’è bisogno di morire? Tanto, la berretta dovete levarvela in presenza del Governatore.
– Eh già! – esclamò il Gallo. – Bella figura ci farei per istrada con l’abito nuovo e la berretta vecchia! Ma dite piuttosto che non volete darmela.
31 gnornò: signor no. Il berrettaio si oppone decisamente alla richiesta del compare che vorrebbe ottenere a credito la berretta.
32 padovana: berretta di Padova.
33 Ma io… ho giurato!: Cirlinciò, che si era ripromesso di non concedere più a credito le sue preziose berrette, non vuole venire meno al giuramento. Per questo motivo, egli insiste vigorosamente nell’opporsi alla richiesta del fastidioso compare.
34 Piuttosto… bottega: piuttosto che infrangere il suo giuramento, il berrettaio è disposto a prestare all’amico dei soldi (il tarí era un’antica moneta araba, che ebbe larga circolazione in Sicilia e in tutto il Regno di Napoli), affinché egli possa acquistare la berretta in un altro negozio.
35 io me li mangio: li spreco, li butto via in spese inutili.