Rifornito d’olio il lampadino, quegli si accostò pian piano al feretro; si chinò; poi, senza volerlo, volse in giro uno sguardo e, prima di ritirarsi nella sua cameruccia sopra la sagrestia a dormire, tolse pulitamente60 con due dita la berretta al morto, e se la filò zitto zitto.
Cirlinciò non se n’accorse. Quando sentí chiudere e sprangare la porta della sagrestia, gli parve che la chiesa sprofondasse nel vuoto. Poi, nella tenebra, si avvisò61 a mala pena quel lumicino davanti all’altare lontano; a poco a poco quel barlume si allargò, si diffuse, tenuissimo, intorno. Gli occhi di Cirlinciò cominciarono a intravedere a stento, in confuso62, qualche cosa. E allora, cauto, trattenendo il fiato, si provò a uscire dal nascondiglio.
Ma, contemporaneamente, altri due che si erano nascosti nella chiesetta con lo stesso intento63,s’avanzarono cheti e chinati come lui, e con le mani protese, verso il feretro, ciascuno senza accorgersi dell’altro.
A un tratto però tre gridi di terrore echeggiarono nella chiesetta buja.
Lizio Gallo, credendosi solo ormai, s’era levato a sedere sul cataletto, imprecando al sagrestano e tastandosi la testa nuda64. A quei tre gridi, urlò, anche lui, spaventato:
– Chi è là?
E, istintivamente, si ridistese sul cataletto, tirandosi di nuovo addosso la coltre.
– Compare... – gemette una voce soffocata dall’angoscia.
– Chi è?
– Cirlinciò?
– Quanti siamo?
60 pulitamente: con disinvoltura, con naturalezza.
61 si avvisò: scorse.
62 in confuso: confusamente.
63 con lo stesso intento: con la stessa intenzione di Cirlinciò, cioè per rubare la berretta al morto.
64 Lizio Gallo… nuda: ecco il colpo di scena: il morto, che in realtà non era mai stato morto, risorge e impreca contro il sacrestano, il quale, poco prima, gli aveva rubato la berretta.