Tra il cappello e la nuca la calvizie del professor Lamis si scopriva come una mezza luna cuojacea33; gli tremolava su la nuca una rada zazzeretta argentea, che gli accavallava di qua e di là gli orecchi e seguitava barba davanti – su le gote e sotto il mento – a collana34.
Né il Ciotta né il Vannícoli avrebbero mai supposto che in quel cartoccio Bernardino Lamis si portava a casa tutto il suo pasto giornaliero.
Due anni addietro, gli era piombata addosso da Napoli la famiglia d’un suo fratello, morto colà improvvisamente: la cognata, furia d’inferno35, con sette figliuoli, il maggiore dei quali aveva appena undici anni. Notare che il professor Lamis non aveva voluto prender moglie per non esser distratto in alcun modo dagli studii. Quando, senz’alcun preavviso, s’era veduto innanzi quell’esercito strillante, accampato sul pianerottolo della scala, davanti la porta, a cavallo36 d’innumerevoli fagotti e fagottini, era rimasto allibito. Non potendo per la scala, aveva pensato per un momento di scappare buttandosi dalla finestra. Le quattro stanzette della sua modesta dimora erano state invase; la scoperta d’un giardinetto, unica e dolce cura37 dello zio, aveva suscitato un tripudio frenetico38 nei sette orfani sconsolati, come li chiamava la grassa cognata napoletana. Un mese dopo, non c’era piú un filo d’erba in quel giardinetto. Il professor Lamis era diventato l’ombra di se stesso: s’aggirava per lo studio come uno che non stia piú in cervello39, tenendosi pur nondimeno la testa tra le mani quasi per non farsela portar via anche materialmente da quegli strilli, da quei pianti, da quel pandemonio imperversante40 dalla mattina alla sera.

34 gli accavallava… a collana: gli si metteva quasi a cavalcioni delle orecchie, da una parte e dall’altra, e proseguiva trasformandosi sul davanti in una barba tagliata a collana, così da circondare tutto il suo viso,
35 furia d’inferno: donna tremenda, come le Furie, divinità della mitologia romana che vivevano nel mondo dei morti e perseguitavano chi si fosse macchiato di assassinio.
36 a cavallo: seduto come sopra una sella da cavallo.
37 unica e dolce cura: unico e piacevole passatempo.
38 tripudio frenetico: una gioia incontenibile, sfrenata.
39 Il professor Lamis… cervello: il professor Lamis si era ridotto a un fantasma: si aggirava per lo stanza del suo studio come uno che avesse perso la ragione.
40 imperversante: insistente, senza interruzione.