La famiglia, sia quella d’origine, in cui si è nati, sia quella acquisita, che ci formiamo con il matrimonio, è oggetto di un interesse privilegiato per Pirandello e viene sentita di solito in modo contraddittorio: come rifugio e salvezza, nido di pace, da una parte; come prigione da cui si vorrebbe evadere, dall’altra.
Ad ogni modo, prigione o nido che sia, il difficile e controverso rapporto con la famiglia d’origine (un’esperienza che lo scrittore aveva vissuto in prima persona soprattutto a causa del padre) rappresenta la matrice dei conflitti e delle insicurezze di tutti i personaggi pirandelliani. Un’insicurezza così radicale, che molte volte li rende addirittura comici, ridicoli. Ma Pirandello non ride mai dei suoi personaggi, neanche di quelli più bizzarri, perché non dimentica la tragedia che si nasconde dietro la loro stravaganza, e costringe noi pure a riflettere sulla loro apparente comicità. Egli stesso lo illustra bene nel saggio L’umorismo, quando spiega la differenza fra «comico» e «umoristico» ricorrendo all’esempio seguente: di fronte a noi c’è un’anziana signora tutta imbellettata, con i capelli tinti e ritinti, gli abiti troppo vistosi per la sua età. Essa è il contrario di ciò che una vecchia signora rispettabile dovrebbe essere, per questo è comica e suscita il nostro riso. Ma adesso, riflettiamoci un po’ sopra: forse la vecchia – ci suggerisce Pirandello – non prova alcun piacere a conciarsi così; forse ne soffre addirittura, e lo fa solo nell’ingenua speranza di conservare l’amore di un marito molto più giovane di lei. Ecco che, riflettendo, abbiamo intuito la tragedia che si nasconde dietro quella penosa mascherata.
Ora la vecchia non ci fa più ridere, perché è sorto in noi il «sentimento del contrario», cioè quel sentimento che trasforma una situazione comica in umoristica. Il comico, dunque, è il semplice avvertimento del contrario (la vecchia ci sembra comica perché avvertiamo che essa è il contrario di ciò che una donna della sua età dovrebbe essere), mentre l’umorismo è il sentimento del contrario, che nasce in noi, grazie all’intervento della riflessione. Ancora una volta Pirandello ha sospinto il suo sguardo, e anche lo sguardo del lettore, al di là delle apparenze. Questo è infatti l’aspetto più interessante della sua scrittura: andare oltre la superficie delle cose, per cogliere quella verità, sicuramente dolorosa, inaccettabile, ma che ciononostante Pirandello non può fare a meno di denunciare.