Col cappellaccio bianco, in maniche di camicia, spettorato, affocato in volto20 e tutto sgocciolante di sudore, correva di qua e di là, girando gli occhi lupigni21 e stropicciandosi con rabbia le guance rase, su cui la barba prepotente rispuntava quasi sotto la raschiatura del rasojo22.
Ora, alla fine della terza giornata, tre dei contadini che avevano abbacchiato, entrando nel palmento per deporvi le scale e le canne, restarono23 alla vista della bella giara nuova, spaccata in due, come se qualcuno, con un taglio netto, prendendo tutta l’ampiezza della pancia, ne avesse staccato tutto il lembo davanti.
– Guardate! guardate!
– Chi sarà stato?
– Oh, mamma mia! E chi lo sente ora Don Lollò? La giara nuova, peccato!
Il primo, più spaurito di tutti, propose di raccostar subito la porta e andare via zitti zitti, lasciando fuori, appoggiate al muro, le scale e le canne.
Ma il secondo:
– Siete pazzi? Con don Lollò? Sarebbe capace di credere che gliel’abbiamo rotta noi. Fermi qua tutti!
Uscì davanti al palmento e, facendosi portavoce delle mani, chiamò:
– Don Lollò! Ah, Don Lollòoo!
Eccolo là sotto la costa con gli scaricatori del concime: gesticolava al solito furiosamente, dandosi di tratto in tratto con ambo le mani una rincalcata al cappellaccio bianco24. Arrivava talvolta, a forza di quelle rincalcate, a non poterselo più strappare dalla nuca e dalla fronte. Già nel cielo si spegnevano gli ultimi fuochi del crepuscolo, e tra la pace che scendeva su la campagna con le ombre della sera e la dolce frescura, avventavano25 i gesti di quell’uomo sempre infuriato.
20 spettorato… volto: con la camicia aperta sul petto e il volto rosso come il fuoco.
21 lupigni: da lupo, con sguardo cattivo e pieno di diffidenza.
22 quasi… rasojo: immediatamente dopo la rasatura.
23 restarono: rimasero di stucco.
24 dandosi… bianco: dandosi con entrambe le mani dei colpi sul cappellaccio bianco, per calcarselo bene in testa.
25 avventavano: spiccavano, facevano un contrasto sgradevole.