– Dove? Messere e porco, così trattate? Ma guarda un po’ che arie da Carlomagno39! Scannato miserabile e pezzo d’asino, ci devo metter olio, io, là dentro, e l’olio trasuda! Un miglio di spaccatura, col mastice solo? Ci voglio i punti. Mastice e punti. Comando io.
Zi’ Dima chiuse gli occhi, strinse le labbra e scosse il capo. Tutti così! Gli era negato il piacere di fare un lavoro pulito, filato40 coscienziosamente a regola d’arte, e di dare una prova della virtù del suo mastice.
– Se la giara – disse – non suona di nuovo come una campana...
– Non sento niente, – lo interruppe Don Lollò. – I punti! Pago mastice e punti. Quanto vi debbo dare?
– Se col mastice solo...
– Càzzica che testa! – esclamò lo Zirafa. – Come parlo? V’ho detto che ci voglio i punti. C’intenderemo a lavoro finito: non ho tempo da perdere con voi.
E se ne andò a badare ai suoi uomini.
Zi’ Dima si mise all’opera gonfio d’ira e di dispetto. E l’ira e il dispetto gli crebbero ad ogni foro che praticava col trapano nella giara e nel lembo spaccato per farvi passare il fil di ferro della cucitura. Accompagnava il frullo della saettella41 con grugniti a mano a mano più frequenti e più forti; e il viso gli diventava più verde dalla bile e gli occhi più aguzzi e accesi di stizza42. Finita quella prima operazione, scagliò con rabbia il trapano nella cesta; applicò il lembo staccato alla giara per provare se i fori erano a egual distanza e in corrispondenza tra loro, poi con le tenaglie fece del fil di ferro tanti pezzetti quanti erano i punti che doveva dare, e chiamò per ajuto uno dei contadini che abbacchiavano.

39 Messere… Carlomagno!: don Lollò è sdegnato dalla reazione stizzita di Zi’ Dima, che ha mostrato nei suoi riguardi scarsa umiltà, e lo rimprovera di trattare allo stesso modo un signore (messere) e un maiale, senza mostrare rispetto per la sua condizione sociale più elevata. Per lui, Zi’ Dima è un superbo, che crede di essere chissà chi (Carlomagno e i paladini di Francia erano figure molto conosciute e amate in Sicilia, protagonisti di quel teatrino dei pupi che, soprattutto in passato, era popolarissimo nella regione). Messere è un appellativo che esprime rispetto, onore, sottomissione e veniva rivolto anticamente alle persone autorevoli. Deriva dal provenzale meser, da cui proviene anche il francese antico mi sire.
40 filato: eseguito.
41 il frullo della saettella: il movimento vorticoso della punta del trapano.
42 aguzzi e accesi di stizza: incattiviti e lucenti di rabbia.