Era sicuro, sicurissimo il signor Anselmo di non aver mai fatto alcun sogno, che potesse provocare quelle risate. Non sognava affatto! Non sognava mai! Cadeva ogni sera,all’ora solita,in un sonno di piombo30, nero, duro e profondissimo, da cui gli costava tanto stento e tanta pena destarsi! Le pàlpebre gli pesavano sugli occhi come due pietre di sepoltura.
E dunque, escluso il diavolo, esclusi i sogni, non restava altra spiegazione di quelle risate che qualche malattia di nuova specie; forse una convulsione viscerale31, che si manifestava in quel sonoro sussulto di risa.
Il giorno appresso, volle consultare il giovane medico specialista di malattie nervose, che un giorno sí e un giorno no veniva a visitar la moglie.
Oltre la dottrina32, questo giovane medico specialista si faceva pagare dai clienti i capelli biondi, che per il troppo studio gli erano caduti precocemente e la vista che, per la stessa ragione, gli si era anche precocemente indebolita.

30 di piombo: pesante come il piombo.
31 non restava… viscerale: il signor Anselmo è convinto di non sognare: dunque la sua risata non può essere un effetto del sogno. Per cui, escludendo i sogni ed escludendo anche l’intervento birichino del diavolo, non resta che considerare la risata come l’effetto di qualche nuova malattia, magari di una contrazione intestinale.
32 la dottrina: il sapere, la cultura.