E aveva, oltre la sua scienza speciale delle malattie nervose, un’altra specialità, che offriva gratis però ai signori clienti: gli occhi, dietro gli occhiali, di colore diverso: uno giallo e uno verde.
Chiudeva il giallo, ammiccava col verde, e spiegava tutto33. Ah spiegava tutto lui, con una chiarezza maravigliosa, per dare ai signori clienti, anche nel caso che dovessero morire, intera soddisfazione.
– Dica dottore, può stare34 che uno rida nel sonno, senza sognare? Forte, sa? Certe risatooòne...
Il giovane medico prese a esporre al signor Anselmo le teorie piú recenti e accontate35 sul sonno e sui sogni; per circa mezz’ora parlò, infarcendo36 il discorso di tutta quella terminologia greca che fa cosí rispettabile la professione del medico, e alla fine concluse che – no – non poteva stare. Senza sognare, non si poteva ridere a quel modo nel sonno.
– Ma io le giuro, signor dottore, che proprio non sogno, non sogno, non ho mai sognato! – esclamò stizzito il signor Anselmo, notando il riso sardonico37 con cui la moglie aveva accolto la conclusione del giovane medico.
– Eh no, creda! Cosí le pare, – soggiunse questi, tornando a chiudere l’occhio giallo e ad ammiccare col verde.– Cosí le pare...
Ma lei sogna. È positivo. Soltanto, non serba38 il ricordo de’ sogni, perché ha il sonno profondo. Normalmente, gliel’ho spiegato, noi ci ricordiamo soltanto dei sogni che facciamo, quando i veli, dirò cosí, del sonno si siano alquanto diradati39.
– Dunque rido dei sogni che faccio?
– Senza dubbio. Sogna cose liete e ride.
– Che birbonata40! – scappò detto allora al signor Anselmo.
– Dico esser lieto, almeno in sogno, signor dottore, e non poterlo sapere41! Perché io le giuro che non ne so nulla! Mia moglie mi scrolla, mi grida: «Tu ridi!» e io resto balordo a guardarla in bocca, perché non so proprio né d’aver riso, né di che ho riso.
33 Chiudeva… tutto: chiudeva l’occhio giallo e con il verde faceva un cenno d’intesa e d’intelligenza (come per far capire che aveva intuito ogni cosa) e spiegava tutto. Questo medico che, nonostante la giovane età, ha accumulato tanta sapienza, è anche un esperto di malattie nervose, uno che pretende di scrutare nel fondo dell’anima con il suo sguardo indagatore e di spiegare tutto. Pirandello ironizza sulla saccenteria di questo personaggio che, come tutti gli uomini di scienza, presume di aver la chiave adatta per decifrare ogni enigma «con meravigliosa chiarezza», al contrario dei personaggi come il signor Anselmo o il giudice D’Andrea nella novella La patente (a p. 177), con i quali lo scrittore solidarizza apertamente, che non sono sicuri di nulla, non possiedono nessuna certezza, neppure le verità scientifiche, o, tantomeno, le illusioni consolatorie della religione.
34 può stare: può succedere.
35 accontate: ben note.
36 infarcendo: arricchendo, riempiendo.
37 sardonico: maligno, beffardo.
38 non serba: non conserva, non mantiene.
39 quando… diradati: è la famosa teoria onirica secondo la quale noi tratteniamo il ricordo dei sogni fatti quando siamo più vicini al risveglio, mentre difficilmente possiamo ricordare quelli che facciamo quando siamo immersi nel sonno più profondo.
40 Che birbonata!: che mascalzonata.
41 Dico… sapere!: il povero signor Anselmo non riesce a rassegnarsi all’idea di divertirsi in sogno e di non rendersene neppure conto. Al malcapitato non è concessa neppure la magra consolazione di gustare, almeno nel sogno, il piacere di distrarsi dalle amarezze quotidiane della vita.