Ma ecco qua, ecco qua: c’era, alla fine42! Sí, sí. Doveva esser cosí. Provvidenzialmente la natura, di nascosto, nel sonno lo ajutava. Appena egli chiudeva gli occhi allo spettacolo delle sue miserie, la natura, ecco, gli spogliava lo spirito di tutte le gramaglie43, e via se lo conduceva, leggero leggero, come una piuma, pei44 freschi viali dei sogni piú giocondi. Gli negava, è vero, crudelmente, il ricordo di chi sa quali delizie esilaranti; ma certo, a ogni modo, lo compensava, gli ristorava inconsapevolmente l’animo, perché il giorno dopo fosse in grado di sopportare gli affanni e le avversità della sorte45.
E ora, ritornato dall’ufficio, il signor Anselmo si toglieva46 su le ginocchia Susí, che sapeva imitar cosí bene la risatona ch’egli faceva ogni notte, per averla sentita ripetere tante volte dalla nonna; le accarezzava l’appassito47 visetto di vecchina, e le domandava:
– Susí, come rido? Sú, cara, fammela sentire, la mia bella risata.
E Susí, buttando indietro la testa e scoprendo il gracile colluccio di rachitica, prorompeva48 nell’allegra risatona, larga, piena, cordiale.
42 c’era, alla fine!: aveva capito, c’era arrivato, infine.
43 gli spogliava… gramaglie: lo spogliava di tutti i dolori e di tutte le miserie.
44 pei: per i, lungo i.
45 Gli negava… sorte: la natura, pur dimostrandosi crudele, dal momento che gli impediva di trattenere il ricordo di chissà quali piaceri divertenti, lo ricompensava tuttavia, offrendo sollievo al suo animo, anche se lui non se ne rendeva conto (inconsapevolmente), affinché al suo risveglio avesse la forza di sopportare le sofferenze e le avversità del destino. Il signor Anselmo ha finalmente compreso che il sogno gli offre l’unica scappatoia possibile, concedendogli quella parentesi di sollievo che gli permette di sopportare la miseria della sua condizione.
46 si toglieva: si prendeva.
47 appassito: sfiorito, svigorito, privo della freschezza dell’infanzia.
48 prorompeva: scoppiava, sbottava.