Il protagonista di questa novella, Valeriano Balicci, non è il solito impiegato pirandelliano, schiacciato dagli obblighi imposti dalla famiglia e dal lavoro, ma un uomo solo, che vive fuori della realtà, in un mondo tutto suo. Un «mondo di carta», fatto solo di libri, suoi unici compagni in una vita priva di gioie e di esperienze, e che egli legge senza fermarsi mai, neppure quando cammina per strada.
Rimasto cieco, Valeriano assume una ragazza, Tilde, affinché legga per lui gli amati libri che egli non può più leggere con i suoi occhi. Ma l’intesa fra i due si rivela impossibile: Tilde è una donna attiva, esuberante e mal sopporta quel vecchio bizzarro, pieno di manie, che, al contrario di lei, ha sostituito la vita con la lettura.
Due persone così diverse non sono fatte per intendersi e il contrasto scoppia ben presto, allorché, leggendo la descrizione di un luogo da lei personalmente visitato, Tilde salta su esasperata, sostenendo, che, nella realtà, le cose sono diverse da come è scritto nel libro. Ma Valeriano, il quale rifiuta la realtà, non può accettare che il mondo sia diverso da ciò che è scritto nei libri. Così, in un attacco di nervi, congeda bruscamente la ragazza, la quale, con la sua vitalità e la sua ricchezza di esperienze, aveva minacciato di distruggere l’equilibrio illusorio del suo «mondo di carta».