La vita, non l’aveva vissuta; poteva dire di non aver visto bene mai nulla: a tavola, a letto, per via, sui sedili dei giardini pubblici, sempre e da per tutto, non aveva fatto altro che leggere, leggere, leggere. Cieco ora per la realtà viva che non aveva mai veduto; cieco anche per quella rappresentata nei libri che non poteva piú leggere33.
La grande confusione in cui aveva sempre lasciato tutti i suoi libri, sparsi o ammucchiati qua e là sulle seggiole, per terra, sui tavolini, negli scaffali, lo fece ora disperare. Tante volte s’era proposto di mettere un po’ d’ordine in quella babele34, di disporre tutti quei libri per materie, e non l’aveva mai fatto, per non perder tempo. Se l’avesse fatto, ora, accostandosi all’uno o all’altro degli scaffali,si sarebbe sentito meno sperduto,con lo spirito meno confuso, meno sparpagliato35.
Fece mettere un avviso nei giornali, per avere qualcuno pratico di biblioteche, che si incaricasse di quel lavoro d’ordinamento.
In capo a due giorni gli si presentò un giovinotto saccente36, il quale rimase molto meravigliato nel trovarsi davanti un cieco che voleva riordinata la libreria e che pretendeva per giunta di guidarlo. Ma non tardò a comprendere, quel giovanotto, che – via – doveva essere uscito di cervello quel pover’uomo, se per ogni libro che gli nominava, eccolo là, saltava di gioja, piangeva, se lo faceva dare, e allora, palpeggiamenti carezzevoli alle pagine e abbracci, come a un amico ritrovato.
– Professore, – sbuffava il giovanotto. – Ma cosí badi che non la finiamo piú!
33 La vita…leggere: Valeriano Balicci appartiene alla vasta categoria dei personaggi pirandelliani che non hanno mai vissuto perché sono del tutto incapaci di vivere. Egli non vede la realtà circostante, perché la realtà (e la vita) non desta in lui quell’interesse che invece gli risvegliano i libri, che costituiscono un sostituto della realtà, o meglio, una realtà fittizia, in grado di offrire perciò al protagonista quelle sicurezze e quella tranquillità che il mondo non può garantire a un individuo fragile e inetto come lui. Il dramma, per Valeriano, inizia nel momento in cui la cecità gli impedisce di immergersi in quella realtà fittizia rappresentata dagli amatissimi libri.
34 babele: confusione assoluta, disordine.
35 si sarebbe… meno sparpagliato: Valeriano identifica i propri sentimenti, le proprie esperienze, cioè in sostanza la sua vita stessa, con il contenuto dei libri che ha letto. Pertanto, egli avverte nel disordine assoluto della sua biblioteca un’immagine del suo disordine interiore.
36 saccente: presuntuoso, saputello.