Le cose andarono cosí, finché il marito della Longo non arrivò con la goletta24 da Tunisi.
Marinajo, oggi qua, domani là, poco ormai si curava della moglie e del figlio. Trovando quella smagrita e quasi insensata25, e questo pelle e ossa, irriconoscibile; saputo dalla moglie ch’erano stati ammalati tutt’e due, non chiese altro.
Il guajo avvenne dopo la partenza di lui; ché la Longo per maggior ristoro26 ammalò davvero. Altro castigo27: una nuova gravidanza.
E ora, in quello stato (le aveva cosí cattive28, specialmente nei primi mesi, le gravidanze) non poteva piú recarsi ogni giorno dalla Scoma, e doveva contentarsi d’usar le cure che poteva a quel disgraziato29 perché non ne mancassero là al suo figliuolo perduto.
Si torturava pensando che non sarebbe stata giustizia, dato che nel cambio ci aveva scapitato lei, e il latte, prima per il gran dolore le era diventato acqua, e ora, incinta, non avrebbe potuto piú darlo; non sarebbe stata giustizia che il suo figliuolo fosse cresciuto male, come pareva dovesse crescere questo30. Sul colluccio vizzo31, il testoncino giallo, un po’ su una spalla e un po’ sull’altra; e cionco, forse, di tutt’e due le gambine32.
24 goletta: bastimento fornito di due alberi e vele di forma trapezoidale, utilizzato di solito per navigare lungo le coste e in vicinanza delle spiagge.
25 insensata: fuori di sé.
26 per maggior ristoro: per migliorare le cose. L’osservazione è chiaramente ironica; in realtà, la malattia di Sara Longo, dovuta alla nuova gravidanza, non migliora affatto la sua situazione, ma caso mai la peggiora.
27 Altro castigo: altra pena, altra sofferenza.
28 cattive: difficili, dolorose.
29 e doveva… quel disgraziato: doveva limitarsi a curare come poteva la povera creatura. Sara Longo, ammalata, non può adoperarsi più come prima ad accudire il piccolo disgraziato che, secondo lei, le è stato lasciato dalle streghe in cambio del figlio vero.
30 Si torturava… questo: si tormentava pensando che non sarebbe stato giusto, visto che nel cambio (del bambino) ci aveva perso lei, e il latte con cui avrebbe dovuto nutrire quel mostriciattolo, prima, a causa del dolore, aveva perduto il suo potere nutritivo, e adesso, che era incinta,non poteva più darlo; non sarebbe stato giusto che il suo figlio vero fosse cresciuto male, come stava crescendo questo. La madre, non potendo nutrire in maniera adeguata la creatura,che non crede sua,teme di danneggiare in questo modo il figlio vero, quello rapito dalle streghe, il cui destino – come le aveva svelato Vanna Scoma – dipendeva strettamente dalla sorte dell’altro.
31 vizzo: floscio, molle.
32 cionco… gambine: con le due gambine inerti, prive di forza.