Guardava la povera moglie che gli piangeva davanti disperata, e non sapeva dirle niente, come non sapeva dir niente a quei due diavoletti scatenati.
Era inebetito63? No. Non parlava, perché si sentiva male. E si sentiva male, perché... perché proprio portavano con sé questo destino, quei due piccini là!
Il padre era morto; e la mamma, per provvedere a loro, si era rimaritata ed era morta. Ora... ora toccava a lui64.
N’era profondamente convinto il professor Erminio Del Donzello.
Toccava a lui!
Domani,la sua vedova,quella povera Caterina,per dare a Nenè e a Niní una guida, un sostegno, sarebbe passata, a sua volta, a seconde nozze, e sarebbe morta lei allora; e a quel secondo marito toccherebbe di riammogliarsi; e cosí, via via, un’infinita sequela di sostituti genitori sarebbe passata in poco tempo per quella casa.
La prova evidente era nel fatto, ch’egli si sentiva già molto, molto male.
Era destino, e non c’era dunque né da fare né da dir nulla.
La moglie, vedendo che non riusciva in nessun modo a scuoterlo da quella fissazione che lo inebetiva, si recò per consiglio dallo zio curato. Questi, senz’altro, le impose d’obbedire al proprio dovere e alla propria coscienza65, senza badare alle proteste infami di tutti quei malvagi. Se con la bontà quei due piccini non si riducevano a ragione, usasse pure la forza!
Il consiglio fu savio; ma, ahimè, non ebbe altro effetto, che affrettar la fine del povero professore.

63 inebetito: istupidito, intontito.
64 perché… a lui: la situazione sta ormai precipitando e il povero Erminio, nel delirio della malattia, finisce per convincersi che Nenè e Niní siano due piccoli menagramo, due creature maligne che prima hanno causato la morte dei genitori e adesso sicuramente provocheranno anche la sua.
65 d’obbedire… coscienza: di comportarsi verso i due bambini come le suggerivano i suoi doveri di madre e la sua coscienza, dunque di ricorrere anche alla forza e alla severità, se questo avesse giovato alla loro educazione.