Quando, a sera tarda, egli richiuse la finestra, ebbe la certezza che la sera dopo ella, spento il lume, si sarebbe riaffacciata per lui. E cosí fu.
D’allora in poi Tullio Buti non attese piú nella sua cameretta il lume dell’altra casa; attese con impazienza, invece, che quel lume fosse spento71.
La passione d’amore, non mai provata, divampò vorace72, tremenda nel cuore di quell’uomo per tanti anni fuori della vita, e investí, schiantò, travolse come in un turbine73 quella donna.
Lo stesso giorno che il Buti sloggiò dalla cameretta delle Nini, scoppiò come una bomba la notizia che la signora del terzo piano della casa accanto, la signora Masci, aveva abbandonato il marito e i tre figliuoli74.
Rimase vuota la cameretta, che aveva ospitato per circa quattro mesi il Buti; rimase spenta per parecchie settimane la stanza dirimpetto, ove la famigliuola soleva ogni sera raccogliersi a cena.
Poi il lume fu riacceso su quel triste desco, attorno al quale un padre istupidito dalla sciagura mirò i visi sbigottiti di tre bimbi che non osavano volgere gli occhi all’uscio, donde la mamma soleva entrare ogni sera con la zuppiera fumante.
Quel lume riacceso sul triste desco tornò allora a rischiarare, ma spettrale75, la cameretta di contro, vuota.

71 attese… fosse spento: per potersi incontrare con Margherita, ormai divenuta la sua amante, dopo che la donna aveva adempiuto ai suoi doveri domestici.
72 vorace: sconvolgente.
73 turbine: bufera, tempesta.
74 la signora… figliuoli: ciò che il protagonista temeva segretamente e desiderava insieme, si è realizzato: Margherita, sconvolta dalla passione, abbandona la sua famiglia per
amore di Tullio Buti.
75 spettrale: fioco, debole, quasi irreale. Ora che la madre ha abbandonato la sua famiglia, anche la luce che proveniva da quella casa e che prima era il simbolo dell’armonia di quel piccolo mondo domestico, ha perduto il calore e la dolcezza che la animava.