Se ne sovvennero76, dopo alcuni mesi dalla loro crudele follia, Tullio Buti e l’amante?
Una sera le Nini, spaventate, si videro comparir dinanzi, stravolto e convulso77, il loro strano inquilino. Che voleva? La cameretta, la cameretta, se era ancora sfitta78! No, non per sé, non per starci! per venirci un’ora sola, un momento solo almeno, ogni sera, di nascosto! Ah, per pietà, per pietà di quella povera madre che voleva rivedere da lontano, senz’esser veduta, i suoi figliuoli! Avrebbero usato tutte le precauzioni; si sarebbero magari travestiti; avrebbe colto ogni sera il momento che nessuno fosse per le scale; egli avrebbe pagato il doppio, il triplo la pigione79, per quel momento solo.
No. Le Nini non vollero acconsentire. Solo, finché la cameretta restava sfitta, concessero che qualche rara volta... – oh, ma per carità, a patto che nessuno li avesse scoperti! Qualche rara volta...
La sera dopo, come due ladri, essi vennero. Entrarono quasi rantolanti80 nella cameretta al bujo, e attesero, attesero che s’inalbasse81 ancora del lume dell’altra casa.
Di quel lume dovevano vivere ormai, cosí, da lontano.
Eccolo!
Ma Tullio Buti non poté in prima sostenerlo82. Lei, invece, coi singhiozzi che le gorgogliavano in gola83, lo bevve come un’assetata, si precipitò ai vetri della finestra, premendosi forte il fazzoletto su la bocca. I suoi piccini... i suoi piccini... i suoi piccini, là... eccoli... a tavola...
Egli accorse a sorreggerla, e tutti e due rimasero lí, stretti, inchiodati, a spiare84.