Figuriamoci se sposerebbero una donna della loro statura. E poi, perché? per parere scappati da un baraccone da fiera?»
Queste riflessioni, come le feci io allora, da un pezzo senza dubbio aveva dovuto farle anche lei, la povera Margherita, per trarne la conseguenza che, nelle supreme regioni a cui per sua disgrazia era ascesa, non avrebbe trovato mai un marito. Un pioppo, sí, un acero, un cerro23. Ma ogni giovanotto, guardandola, le avrebbe detto:
– Cala prima, bella mia, cala! cala!
E come poteva calare, povera Margherita?
Non passarono neanche tre mesi dal suo ritorno a Cesena, che Poldo Carega, non reggendogli l’animo24 di rimanere nella città dove la sua sciagura s’era compiuta cosí a tradimento, se ne partí con tutta la famiglia, fosco25 come un temporale; e per piú di dieci anni non si ebbero piú notizie di lui.
Finalmente, un bel giorno, giunse a mio padre una lettera da un paesello su la costa meridionale della Sicilia, di fronte all’Africa, dove Poldo Carega s’era recato per la costruzione del porto.
Voleva che mio padre gli mandasse laggiú uno dei figliuoli per ajutarlo nell’impresa.
Andai io, per curiosità di rivedere dopo tanto tempo Margherita.
M’aspettavo di ritrovarla cupa, gelida, nelle sue superne alture, funebre e ravvolta di nebbie perpetue, poiché già doveva aver presso a trenta anni – dunque ormai zitellona26.

23 per trarne… cerro: per concludere che, nelle regioni altissime in cui, per sua disgrazia, era salita, la povera Margherita non avrebbe mai trovato uno sposo. Forse un albero, come un pioppo, un acero o un cerro (specie di quercia che può estendersi in altezza sino a trenta metri), ma un marito no.
24 non reggendogli l’animo: non riuscendo a sopportare.
25 fosco: scuro, di malumore.
26 cupa… zitellona: chiusa nel suo malumore e nella sua tristezza, distaccata (gelida) nelle sue altezze eccelse (alture superne), mesta e avvolta di nebbie eterne, perché doveva essere vicina ormai ai trent’anni. L’io narrante suppone che Margherita, rassegnata a rimanere zitella a causa delle sue dimensioni spropositate, si sia trasformata in un donnone scorbutico, una specie di montagna dalle fredde cime inaccessibili, avvolte eternamente dalla nebbia.