Struggevasi la moglie del bottajo Màrchica dal desiderio di desinare una volta sola almeno, nelle feste, in compagnia del marito1, il quale ogni anno, il primo dí2 e a Carnevale, a Pasqua, a Natale, era solito di raccogliere intorno alla sua tavola parenti e amici con vivo rincrescimento della moglie, anzi a suo marcio dispetto.
Aveva la buona donna quest’anno, per Natale, allevati due bei galletti; e mostrandoli al marito, la vigilia, disse:
– Guarda che bei galletti! Se mi dai parola, che domani non inviterai nessuno a desinar con noi, io stirerò3 loro il collo, e vedrai come son brava in arte magirica4! Avrai un manicaretto da re.
Il bottajo promise; e la moglie tutta contenta.
Venne la dimane5, e il bottajo, vestito da festa, salutò la moglie prima d’andare a messa.
– No, marito mio; abbi pazienza: tu oggi non uscirai di casa.
Son sicura, che se affacci il naso alla porta, mi tiri in casa qualcuno6. Di messa, te ne basta una, quella di questa notte.
– Ma io ti prometto...
– Non sento promesse! Qua, a me, il berretto; oggi starà sotto chiave7.
Il bottajo sospirò, e diede alla moglie il berretto
1 Struggevasi… marito: la moglie del bottaio Màrchica (il bottaio è l’artigiano addetto alla fabbricazione dei tini e delle botti per il vino) si tormentava (struggevasi) per il desiderio di pranzare, almeno una volta sola, nelle feste, in compagnia del marito.
2 il primo dí: a Capodanno.
3 stirerò: tirerò.
4 arte magirica: arte culinaria.
5 la dimane: l’indomani, il giorno seguente.
6 mi… qualcuno: fai entrare in casa qualcuno. La moglie teme che il marito, secondo la sua abitudine, non resista alla tentazione di invitare ospiti a pranzo.
7 Qua… chiave: la donna sequestra il berretto al marito, per impedirgli di uscire (gli uomini, infatti, erano abituati a uscire per strada sempre a capo coperto).