– Piano piano... il colletto... – gli raccomandò la vecchia serva. E dopo essersi forbite ben bene con un fazzoletto le mani tremicchianti, s’accinse all’impresa . Regnò per cinque minuti il silenzio: il professore e tutta la stanza intorno parvero sospesi, come in attesa del giudizio universale. – Fatto? – Eh... – sospirò quella . Il professor Gori scattò in piedi, urlando: – Lasciate! Mi proverò io! Non ne posso piú! Ma, appena si presentò allo specchio, diede in tali escandescenze, che quella poverina si spaventò. Si fece, prima di tutto, un goffo inchino; ma, nell’inchinarsi, vedendo le due falde aprirsi e subito richiudersi, si rivoltò come un gatto che si senta qualcosa legata alla coda; e, nel rivoltarsi,trac!, la marsina gli si spaccò sotto un’ascella. Diventò furibondo. – Scucita! scucita soltanto! – lo rassicurò subito, accorrendo, la vecchia serva. – Se la cavi, gliela ricucio! – Ma se non ho piú tempo! – urlò, esasperato, il professore. – Andrò cosí, per castigo! Cosí...Vuol dire che non porgerò la mano a nessuno. Lasciatemi andare. S’annodò furiosamente la cravatta; nascose sotto il pastrano la vergogna di quell’abito; e via. 24 25 26 27 : dopo essersi ripulite (forbite) ben bene con un fazzoletto le mani alquanto tremanti (tremicchianti), si preparò all’impresa (di annodare la cravatta del professore). : la povera serva è in evidente difficoltà e non riesce ad annodare la cravatta al collo del professore. : i due lembi stretti, che formano quasi una coda di rondine, in cui termina la marsina o frac. : cappotto, soprabito 24 dopo… impresa 25 Eh… quella 26 le due falde 27 pastrano