LIBRO QUARTO Marco di Dio credeva da sempre di essere un inventore, un geniale inventore. Per qualche tempo il vecchio Moscarda lo aveva finanziato nelle sue ricerche poi, vedendo che non approdavano a nulla di concreto, gli aveva negato altri fondi. Questo aveva suscitato un odio violento in Marco, odio che si era poi trasferito al figlio, cioè a Vitangelo. Ecco, quindi, che proprio Marco di Dio è il soggetto giusto per l esperimento che Moscarda ha in mente di compiere. Si reca innanzi tutto presso lo studio del notaio Stampa. Qui egli dapprima lo vincola con il segreto professionale e poi gli chiede di intestare a nome di Dio una certa casa sfitta che Moscarda possiede. Le bizzarrie del suo comportamento sconcertano il notaio il quale obietta soltanto che, per stendere l atto, avrà bisogno di certe carte e documenti che sono senza dubbio depositati presso la banca. Ecco quindi Moscarda recarsi negli uffici che sono suoi ma dove non mette quasi mai piede. Contempla con tristezza quei penosi ambienti che sembrano riprodurre negli oggetti la pena di coloro che sono costretti a ricorrere all estrema risorsa del prestito a pegno. Arriva in tempo per urtarsi verbalmente con il principale responsabile del buon andamento dell impresa, Stefano Firbo, che Moscarda ferisce nei sentimenti più cari, suggerendogli di internare in un manicomio la moglie. Dopo ciò, si chiude a chiave nell archivio e trafuga i documenti che gli occorrono, pur comprendendo perfettamente che egli, in realtà, sta rubando a se stesso. Sistemata così la donazione, Moscarda fa ingiungere lo sfratto a Marco di Dio e a sua moglie. Assiste, poi, di persona allo sgombero delle loro masserizie, nonostante ciò capiti in una giornata di pioggia che rende il tutto più squallido e più crudele. Una folla inferocita maledice il suo nome, ma Vitangelo ha fatto in modo che, sul più bello, giunga un impiegato del notaio Stampa ad annunciare che Moscarda ha donato a di Dio la tal casa e che quindi questi ne potrà prendere immediato possesso. Vitangelo, nel frattempo, è sgusciato via per aver modo di essere presente al momento in cui il di Dio verrà a installarsi nella nuova dimora. Spera che questo gli procuri un mutamento nella percezione pubblica della sua immagine. Ma sia il beneficato sia la folla intenta a seguirlo non hanno che un unica reazione: lo guardano con odio, gridando intanto «Pazzo! Pazzo! Pazzo! 107