158 TENEBROSI INGANNI Storia del Grande Verme di Lambton Q Quante volte accade che il Male, alla prima impressione, sembri innocuo e si riveli in tutto il suo pericolo soltanto con il passare del tempo! Il Male infatti non sarebbe il Male se suonasse la tromba e annunciasse ai quattro venti che è venuto lì apposta per rovinare il tale o il talaltro. Niente affatto: lui agisce senza dare nell occhio e, quando poi si mostra per quello che è, spesso ha già assunto dimensioni tali da rivelarsi troppo forte per essere sconfitto. Il bello è che gli uomini ci cascano sempre, o quasi sempre, come se non fossero quattro o cinquemila anni che le cose vanno avanti in questo modo... E, a fare bene i conti, gli anni devono essere persino di più... Un esempio servirà a capirci meglio. Nel Quattordicesimo secolo viveva in Inghilterra un giovanotto discendente da una famiglia nobile che si chiamava Lambton. Non si può certo dire che facesse proprio onore ai suoi antenati, visto che passava il tempo a ubriacarsi, a imprecare e ad attaccare briga con tutti quelli che gli attraversavano il cammino. Però era un nobile, un lord, ed era perciò convinto che tutto gli fosse permesso. Un giorno era intento a pescare e qualcosa abboccò al suo amo: il giovinastro si ritrovò tra le mani uno strano animale, lungo una spanna, con quattro zampette e una bocca mai vista, contornata da nove piccoli buchi. Non sembrava pericoloso, dato che era così piccolo, ma non dava neppure l impressione di essere commestibile. Visto il carattere violento del pescatore, fu davvero strano che egli non lo uccidesse lì, sui due piedi; d al-