Ora siamo dannati entrambi alle pene infernali, e il nostro castigo è questo: io la inseguo a cavallo, insieme ai miei cani, e costei fugge dinanzi a me. L’amore che prima le portavo si è trasformato in odio, perciò le do la caccia, come a un nemico mortale. Proprio così, Nastagio, come a un nemico mortale! E non finisce qui, perché, appena l’ho raggiunta, la trafiggo con questo pugnale, e dal suo corpo, ancora palpitante, estraggo il cuore e tutte le sue viscere, per darle in pasto ai mastini. Solo così riesco a placare la mia furia, ma solo per brevi istanti. Lei infatti risorge dopo un po’, come se niente fosse, e riprende daccapo la sua fuga. E io la incalzo, più furibondo che mai, con i miei cani, finché non la raggiungo e non le infliggo di nuovo lo strazio che ti ho detto. E questo succede ogni giorno e durerà per tanti anni, quanti furono i mesi in cui quell’ingrata mi trattò così crudelmente come sai, fino a farmi morire.