3. Le tematiche
L’amore, la cortesia — Nelle cornici, il mondo piacevole e sereno della campagna, che si contrappone a quello della città in cui dominano l’orrore e la desolazione, fa da sfondo ai dialoghi dei protagonisti. Gli spettacoli orrendi a cui essi hanno assistito, la morte di amici e parenti, sono adesso, di fronte alla serenità della natura, soltanto un ricordo lontano. L’orrore della peste non ha cancellato in loro la gioia di vivere, di amare, il gusto per i piaceri e per la bellezza. L’amore, uno dei temi dominanti delle novelle (gli sono dedicate due giornate, la IV e la V), è presentato come un sentimento rivelatore di nobiltà d’animo. Chi ama, dimostra di avere un cuore gentile, perché l’amore, secondo la concezione medievale ereditata da Boccaccio, nasce solo nelle persone dotate di sensibilità squisita e di gentilezza. Per lo scrittore, questa nobiltà dell’animo non è legata per forza all’appartenenza sociale degli individui, perché anche nei plebei, come negli aristocratici, possono attecchire sentimenti nobili e generosi (vedi la sfortunata coppia sfortunata: Simona e Pasquino, giornata IV). Non dobbiamo dimenticare che Boccaccio vive in un periodo a cavallo fra il Medio Evo e l’Umanesimo. In lui troviamo gli ideali dell’epoca precedente, come la cortesia (da corte, termine con cui nel Medio Evo veniva indicato il castello del signore feudale), che, nel codice di valori medievali, designava la generosità e il disinteresse, due qualità tipiche dell’uomo aristocratico, celebrate nella VI giornata; ma sono presenti anche i valori dell’epoca nuova, caratterizzata dall’affacciarsi di quel ceto sociale a cui lo stesso Boccaccio apparteneva: la borghesia.