Cisti fornaio

(dal racconto di Pampinea)

Questa novella, narrata dalla saggia Pampinea, è un gustoso apologo che nasconde, sotto l’apparente leggerezza, un alto messaggio morale. Geri Spina è il rappresentante della vecchia classe aristocratica, tradizionalmente detentrice del potere, mentre Cisti, il protagonista, è l’incarnazione del buon borghese, che si è fatto da sé, riuscendo, con il lavoro e la forza dell’ingegno, ad accumulare una certa fortuna. La simpatia di Boccaccio va evidentemente a quest’ultimo: è il popolano, incolto ma dotato di acume e prontezza di spirito, a mettere alla berlina, con le sue parole, la trascuratezza di messer Geri Spina e a conquistarsene il rispetto e l’ amicizia. Ma Cisti è anche un uomo che sa stare al posto suo, perché non dimentica che le gerarchie sociali vanno rispettate. I popolani non devono prendersi troppa confidenza con i nobili che stanno più alto di loro; in ciò consiste la sua saggezza e il contenuto morale della brillante novella di Boccaccio.

Il destino alcune volte è bizzarro, amiche mie, difatti spesso vediamo uomini di grande intelligenza svolgere lavori umili, come Cisti, il quale, pur essendo uomo d’ingegno e versatile1, si guadagnava da vivere facendo il semplice fornaio. Orbene, non molto tempo fa, viveva a Firenze un gentiluomo, di nome Geri Spina, molto ammirato e rispettato per le sue qualità. Un giorno, il papa Bonifacio2 inviò a Firenze certi suoi nobili ambasciatori, i quali furono ospitati in casa di messer Geri.

1 versatile: che ha attitudini molteplici, capace di fare molte cose.
2 Bonifacio: si tratta di Bonifacio VIII (1232-1303), eletto papa nel 1294.