Naturalmente, il famiglio riferì questa risposta al suo padrone.
Allora Geri, insospettitosi, volle vedere il fiasco usato dal servo e, come in un lampo, capì che cosa voleva dire il fornaio: «Cisti ha ragione!», esclamò. E così, dopo aver rimproverato il servitore per la sua faccia tosta, gli fece prendere un fiasco più piccolo e lo mandò ancora una volta da Cisti: «Ora so, finalmente, che egli ti manda da me», disse il fornaio, vedendo il fiasco più piccolo, e glielo riempì di buona voglia. Dopo di che, prese una botticella del suo buon vino e lo mandò in dono a Geri Spina. Egli stesso si recò di persona da lui e, trovatolo in casa, gli disse: «Messere, non crediate che io sia un avaro. Ma, quand’ho visto quel grande fiasco stamattina, ho pensato: “A Messer Geri è passato di mente ciò che gli ho dimostrato in questi giorni con i miei orcioletti, e cioè che questo vino non è bevanda adatta a dei servi”. E così ho voluto soltanto ricordarvelo. Ma adesso, siccome non ho più voglia di far la guardia a questo vino, in attesa che voi veniate a berlo nel mio negozio, ve l’ho fatto portare tutto. Fatene d’ora in poi ciò che vi piace».
Messer Geri apprezzò molto il dono di Cisti, e lo ringraziò in modo adeguato. E sempre, da quel giorno in poi, lo tenne in grande stima e lo considerò un amico carissimo.