E così, il giorno dopo, di buon mattino, Corrado, che non aveva chiuso occhio per la rabbia, ancora tutto stizzito, si alzò, prese i cavalli e, fatto salir Chichibio sopra un vecchio ronzino5, lo condusse a un fiume, sulla riva del quale, allo spuntar dell’alba, si vedevano sempre molte gru.
«Ora sapremo presto chi di noi due ha mentito ieri sera, se tu o io!», diceva. E intanto Chichibio, vedendo che il suo padrone era ancora arrabbiato, e non sapendo che pesci prendere per cavarsi da quell’impiccio, cavalcava dietro di lui con la più gran paura del mondo, e volentieri sarebbe scappato via, se avesse potuto. Ma, non potendo, girava sempre lo sguardo, ora di qui, ora di là, e dappertutto gli sembrava di vedere una folla di gru ritte sopra due zampe. Erano ormai arrivati vicino alla riva del fiume, quando Chichibio vide ben dodici gru, ancora addormentate e dritte su di una sola zampa. Che fortuna! Subito le additò al suo signore dicendo, in tono trionfante: «Ecco, che vi dicevo? Non hanno una zampa sola quelle gru?».
«Ah, sì!», lo rimbeccò Corrado. «Aspetta un po’, balordo, e ti faccio vedere che ne hanno due». E, avvicinandosi cautamente, si mise a gridare ho ho, sicché le gru, spaventate, misero giù in fretta anche l’altra zampa e se ne volarono via come il vento.
«E allora, brutto ghiottone, ti sei convinto finalmente che ne hanno due?», gli disse Corrado.
Chichibio era tanto impaurito, che riuscì a malapena a trovare la forza di rispondere: «Messer sì», soggiunse, «ma voi non avete gridato ho ho alla gru di ieri sera, perché, se lo aveste fatto, anche quella avrebbe tirato fuori l’altra zampa, come queste qui!».
A Corrado piacque tanto la risposta del cuoco, che tutta la sua rabbia si convertì in riso: «Hai ragione Chichibio, avrei proprio dovuto farlo», ammise ridendo. E così, con la sua bella risposta arguta, Chichibio scampò dal castigo e si rappacificò con il suo signore.

5 ronzino: cavallo di piccola e media stazza, di solito vecchio e malridotto, usato soprattutto come cavalcatura dai servi.