«Ah, sì e come?», rispose Tofano ridendo.
«Piuttosto che farmi svergognare da te e sopportare questa offesa, guarda, mi butterò nel pozzo. E quando la gente mi troverà morta, tutti diranno: «Di certo ce l’ha buttata il marito, che, quando si ubriaca, perde il lume degli occhi e non ragiona più. E così, verrai messo al bando e dovrai scappare come un ladro». Ma Tofano, irremovibile, continuava a insultarla. Allora Ghita, non vedendo altro da fare, prese una bella pietra e, gridando con tutto il fiato che aveva in gola: «Dio mio, perdonami!», la lasciò cadere nel pozzo. Naturalmente la pietra, cadendo nell’acqua, produsse un grande rumore: «Ohimè di me!», esclamò Tofano sbigottito, «quella si è annegata davvero». E, così dicendo, prese la secchia con la fune e si precipitò subito fuori, per salvarla, senz’accorgersi, nel buio e nella fretta, che la moglie si era appostata vicino all’uscio e aspettava il momento buono per rientrare. E infatti, appena Tofano fu uscito, monna Ghita si infilò subito in casa chiudendo a chiave la porta. Dopo di che se ne andò alla finestra a godersi lo spettacolo: Tofano andava avanti e indietro come un matto, girava e girava intorno al pozzo, chiamando la moglie a gran voce e disperandosi: «Che cosa vai cercando, bestia che sei?», gli gridò monna Ghita con voce allegra, «guarda che il vino devi annacquarlo prima di berlo, e non dopo che l’hai bevuto1».
«Ah, femmina del diavolo, così me l’hai fatta, eh!», le urlò agitando le braccia e dimenandosi come un pazzo furibondo.
«Aprimi subito o guai a te!», le gridava, e intanto continuava a minacciarla facendo un chiasso infernale. I vicini, svegliati dal trambusto, si affacciarono alle finestre e domandarono che cosa succedeva: «È tutta colpa di questo ubriacone qui, che ha l’abitudine di sbronzarsi ogni sera, o si addormenta per le taverne e poi mi ritorna a casa così conciato. E io, che non ne posso più, stavolta ho deciso di dargli una lezione e chiuderlo fuori di casa».
Quella bestia di Tofano, invece, sosteneva la sua versione e raccontava le cose com’erano andate per davvero, incolpando la moglie: «Una strega, una malafemmina: ecco chi è veramente questa donna. Altro che!», gridava.

1 Il… bevuto: battuta con cui monna Tessa allude scherzosamente al vizio di ubriacarsi del marito.