Al tempo dei tempi, viveva a Firenze, nella contrada di san Pancrazio, un tale, chiamato Gianni Lotteringhi, che era molto esperto e abile nel suo mestiere, ma per il resto era un balordo matricolato. Costui era anche molto bigotto e perciò veniva nominato spesso capitano dei Laudesi di Santa Maria Novella1, con l’incarico di sorvegliare l’andamento della Confraternita. E credendosi perciò uomo importante si vantava e si dava più arie del papa, tanto più che, essendo molto ricco, invitava spesso a pranzo o a cena i frati, i quali, per gratitudine, gli insegnavano tante belle preghierine, come il padrenostro e il lamento di san Bernardo o la lode di donna Matelda e altri ciancioni2 di quel genere, di cui lui andava tutto orgoglioso. Orbene, questo Gianni Lotteringhi aveva una moglie, bellissima e molto saggia, che si chiamava monna Tessa, la quale, conoscendo l’ingenuità del marito ed essendosi innamorata di un bel giovane, fresco come una rosa, di nome Federico, che la corteggiava da un bel po’, decise di accordarsi con lui e, tramite una sua servetta, gli diede un appuntamento. L’incontro era stato fissato nella casa di campagna di Gianni Lotteringhi, fuori Firenze, dove lui villeggiava d’estate insieme alla moglie e dove andava a dormire qualche volta, quando tornava dal lavoro o dalle riunioni della confraternita. Lì i due innamorati, da quel giorno, incominciarono a incontrarsi sempre più spesso, mentre Gianni, bestione, frequentava i Laudesi e pranzava con i frati.
Un giorno, monna Tessa disse a Federico: «Stasera voglio cenare con te. Tu raggiungimi in villa e non preoccuparti, perché mio marito è impegnato coi Laudesi e non tornerà prima di notte».

1 capitano… Novella: priore degli iscritti alla confraternita dei Laudesi, fedeli che si riunivano periodicamente per cantare le laudi al Signore. Santa Maria Novella è una delle chiese più belle e famose di Firenze.
2 ciancioni: sciocchezze, chiacchiere