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E così fecero, la donna recitò la formula:
«Fantasima, fantasima,
che di notte te ne vai. Vattene ora a spasso,
nell’orto, ai piedi del pesco grosso,
e troverai unto e bisunto
e cento regali della gallina mia.
Metti la bocca al fiasco e poi vattene via
e non far male né a me né a Gianni mio7».

7 Fantasima… mio: monna Tessa finge di recitare una formula magica per incantare il fantasma. In realtà, con questo espediente, essa si rivolge a Federico per informarlo di tutte le buone cose che avrebbe trovato nell’orto, cioè i capponi e le uova («unto e bisunto e cento regali della gallina mia»), e il fiasco di vino.
Contemporaneamente, con questo astuto stratagemma, la donna riesce anche ad avvertire Federico dell’imprevista presenza del marito («e non far male a me né a Gianni mio»).