Maestro Simone e la bestia cornuta

(dal racconto di Lauretta)

Questa novella narrata dalla regina Lauretta vede come protagonisti i mattacchioni della famigerata coppia formata da Bruno e Buffalmacco. Oggetto dei loro scherzi stavolta non è la vittima abituale, Calandrino, ma maestro Simone, un medico che ha un’alta opinione di sé, pur essendo in realtà uno sprovveduto, tanto ingenuo da prendere per oro colato le favole mirabolanti che gli raccontano i due compari. Decisi ad approfittare della sua dabbenaggine, Bruno e Buffalmacco gli organizzano una beffa strepitosa, che riesce perfettamente, con grande spasso dei due buontemponi. Il povero maestro Simone finirà gambe all’aria in una fogna beccandosi, per sovrappiù, anche le rampogne della moglie, gelosa, e i rimproveri dei due amici che lo accusano di essere un vigliacco traditore. Potrebbe sembrare un epilogo crudele, se non sapessimo che, nell’universo di Boccaccio, per l’ingenuo non esiste nessuna pietà, e il suo destino inevitabile è quello di essere deriso dai più furbi di lui.

Molti e molti anni or sono, viveva a Firenze un medico, di nome Simone da Villa, tanto ricco di beni quanto povero di cervello. Costui, che aveva studiato a Bologna1 dove si era laureato in medicina (o così, almeno, diceva), abitava in via del Cocomero e aveva la strana abitudine di informarsi per filo e per segno dei fatti di tutti.

1 Bologna: sede di una delle più antiche Università d’Italia e d’Europa.