Non c’era uomo o donna che passassero per via, di cui egli non volesse sapere vita, morte e miracoli. Ma, fra tutte le persone che conosceva, ce n’erano due che lo incuriosivano specialmente, e cioè Bruno e Buffalmacco, i quali abitavano nella sua stessa contrada ed erano perciò suoi vicini. Vedendoli sempre così allegri e spensierati, maestro Simone si ficcò in testa di scoprire il segreto della loro allegria, sicché cominciò ad informarsi, a chiedere chi fossero e che lavoro facessero. E quando seppe che erano solo due poveri pittori, rimase molto stupito:
«Qui c’è sotto un mistero», sbottò, «com’è possibile che due poveracci del genere, senza il becco di un quattrino, siano sempre allegri e felici come una pasqua?». Così, un bel giorno prese Bruno in disparte e gli disse: «Spiegami un po’ come mai tu e il tuo compare siete sempre felici e contenti. Vorresti insegnarmi il segreto della vostra allegria?». Allora Bruno, vedendo che il medico era un gran pecorone, dapprima scoppiò a ridere e poi pensò di prendersi gioco di lui: «Maestro2 mio, questo è un grande mistero che non si può rivelare a chiunque. Ma è così tanto l’amore che porto alla vostra qualitativa mellonaggine da Legnaia3, che per stavolta farò un’eccezione. A patto che voi teniate la bocca chiusa, naturalmente».
«Sarò muto come un pesce!», lo rassicurò il balordo, serrandosi le labbra con le dita.
«Quand’è così! Dovete sapere, zucca mia da sale4, che non moltissimi anni or sono viveva a Firenze un maestro nell’arte della magia, che si chiamava Michele Scoto5, amato e rispettato da molti gentiluomini, dei quali alcuni vivono ancora in città.
2 Maestro: titolo che viene conferito alle persone esperte in qualche disciplina; in questo caso è chiaro che Bruno lo sta usando ironicamente.
3 qualitativa mellonaggine da Legnaia: Legnaia è un centro rurale vicino a Firenze, un tempo noto per la sua coltivazione di ottimi cocomeri. L’espressione serissima e solenne di Bruno potrebbe avere il significato seguente: io ho grande stima del vostro essere un perfetto cocomero, non inferiore per qualità a quelli di Legnaia. Insomma, in altri termini, Bruno lascia credere all’ingenuo medico di tenerlo in altissima considerazione, mentre in realtà lo sta insultando, definendolo «cocomero», cioè sciocco, balordo.
4 zucca mia da sale: anche questo è un insulto mascherato da complimento. L’appellativo significa «caro il mio intelligentone, testone pieno di intelligenza». Ma, in realtà, il termine «zucca» fa pensare subito a «zuccone», dunque a «balordo, sciocco».
5 Michele Scoto: famoso filosofo e astrologo, vissuto nella prima metà del XIII secolo alla corte di Federico II di Svevia, imperatore di Sicilia.