Un giorno costui dovette partire per un lungo viaggio, ma non se ne andò senza lasciare ai gentiluomini, che tanto lo avevano onorato, due suoi discepoli, abilissimi negromanti6 come lui, affinché li allietassero durante la sua assenza e facessero tutto ciò che essi desideravano. Costoro, dunque, servivano i gentiluomini diligentemente, non facendogli mancare nulla: donne, divertimenti e altre cose. E siccome i due negromanti, a forza di starci, si erano affezionati alla città e avevano cominciato a stringere amicizie, decisero di formare una compagnia di venticinque uomini, poveri e ricchi senza differenza, con i quali, almeno due volte al mese, si ritiravano in un luogo stabilito dove essi esaudivano tutti i loro desideri. Anche noi, caro maestro, facciamo parte di questa compagnia, e perciò posso ben dirvi le meraviglie che ho visto con gli occhi miei: le tavole regalmente imbandite, piene di cibi ricchi e gustosi, di vini prelibati. E poi, i servitori, giovinetti e giovinette, tutti belli e gentili; e i piatti, i bicchieri, d’oro e d’argento in cui mangiamo e beviamo. Senza considerare le musiche dolcissime, di flauti e d’altri strumenti, e i canti, che allietano le nostre feste. Ma sopra tutti i piaceri, il più grande è quello delle donne. I due negromanti le fanno venire da tutto il mondo; e sono una più bella dell’altra: c’è la ciancianfera di Norvecca, la scalpedra di Narsia, la regina dei barbanicchi, la schinchimurra del Presto Giovanni7 e tante altre, nobili e bellissime.
6 negromanti: esperti in negromanzia, scienza dell’occulto, strettamente legata alle arti magiche.
7 la ciancianfera… Giovanni: Bruno si sbizzarrisce, fra nomi inventati e altri deformati, in un discorso del tutto privo di senso, ma avvincente per un balordo come maestro Simone. «Ciancianfera» è un nome riconducibile a «ciancia»; Norvecca è forse la Norvegia; «scalpedra» è una probabile deformazione di «puledra», mentre gli altri nomi, come «schinchimurra», sono termini del tutto inventati. Presto Giovanni è il famoso prete Gianni, leggendario re-sacerdote etiope, dotato – come si favoleggiava nel Medio Evo – di poteri soprannaturali e sterminate ricchezze.