«Che cosa te ne pare? Tu non mi volevi credere quando ti dicevo: guarda, non c’è in questo paese medico che s’intenda di orina d’asino meglio di costui12. E ti sfido a trovarne un altro simile, da qui sino a Parigi!», proruppe Bruno battendo un pugno sul tavolo.
«Gnaffe, maestro, voi siete un grande», soggiunse Buffalmacco addentando una grossa coscia di cappone, «e io vi prometto, seduta stante, che cercherò di farvi entrare al più presto nella nostra brigata. Magari domani sera, se siete disposto».
«Disposto, io? Ma se non vedo l’ora!», esclamò il maestro, tutto eccitato.
«Benissimo! Ora, però, ascoltate: chiunque entri per la prima volta nella nostra congrega, deve sottoporsi a una prova di coraggio».
«E cioè?».
«Si tratta di cavalcare la bestia…».
«Che bestia?», proruppe Simone sgranando gli occhi.
«La bestia cornuta», rispose Buffalmacco, mentre Bruno, accanto a lui, sogghignava.
«Uhh, e io cosa dovrò fare?».
«Semplice, dovrete solo salirle in groppa, tutto qui. Lei salterà, abbaierà, farà un baccano d’inferno, ma poi, se vi vedrà tranquillo, si lascerà cavalcare, e vi guiderà dritto dritto nel luogo stabilito.
Noi saremo lì ad aspettarvi».
«Dunque, io dovrei montare in groppa alla bestia?».
«Sicuro! Ma senza mostrarvi impaurito, per carità, senza tremare, se no quella s’imbizzarisce e allora, peggio per voi», concluse Buffalmacco.
«Paura, io! Ma non lo sai che a Bologna mi chiamavano tutti Cuor di Leone?».
«E allora, mio caro Cuor di Leone, badate di non mancare all’appuntamento e di attenervi alle nostre istruzioni, altrimenti ci andremo di mezzo noi! Intesi?».

12 non c’è… costui: altra scoperta allusione all’ignoranza e alla dabbenaggine di messer Simone, il quale, come al solito, non se ne avvede.