La pietà per il prossimo era bandita e ciascuno pensava solo per sé. Così accadeva spesso che i genitori abbandonassero i figli, la sorella il fratello, lo zio il nipote, il marito la moglie e viceversa. Per la qual cosa i poveri ammalati non avevano nessuno che li assistesse, se non qualche amico pietoso oppure qualche servitore, che accettava di accudirli solo a prezzo di laute ricompense. E questo purtroppo fece sì che molti, i quali forse sarebbero scampati, morissero malamente, per mancanza di soccorsi e di cure. Ancor oggi, dopo tanto tempo, mi si stringe il cuore pensando alla moltitudine di quegli sventurati che, giorno e notte, morivano a causa della peste: una quantità incredibile, stupefacente! E ancor più doloroso era vedere il modo frettoloso con cui venivano sepolti: poveri resti che nessuno onorava, su cui nessuno spargeva lacrime. Era usanza, una volta, che le donne parenti e le vicine si radunassero nella casa del morto a piangerlo. Anche i familiari e i conoscenti si raccoglievano davanti a casa sua per dargli l’ultimo saluto e accompagnare il feretro⁶ al cimitero, dove veniva seppellito fra canti e preghiere. Ora invece, nel tempo della peste, nessuno osservava più questa regola pietosa e pochissimi erano coloro che i congiunti onoravano con lacrime e preghiere.
Se questo valeva per i cittadini ricchi e nobili, figuriamoci per la povera gente, la cui sorte era ancor più miserevole e degna di pietà. Abbandonati a se stessi, senza il soccorso di nessuno, i più non avevano scampo e morivano miseramente, chi rinchiuso fra le mura domestiche, chi addirittura nelle piazze, per le vie, fra l’indifferenza di tutti. Era uno strazio vedere quei poveri corpi giacere riversi in mezzo alla strada! E non andava meglio a quelli che morivano in casa, perché spesso i vicini, per sbarazzarsene, li trascinavano fuori dai loro abituri⁷ e li sistemavano alla bell’e meglio dinanzi all’uscio. Quindi, fatte venire le bare, i becchini vi riponevano i cadaveri, talvolta due o addirittura tre in una stessa bara: moglie e marito, fratello e sorella, madre e figlio. E così, senza funerali, senza compianto funebre, venivano accompagnati in silenzio al cimitero e lì seppelliti in fretta e furia. Ci si curava dei poveri morti non più di quanto ci si curasse delle capre e degli altri animali. Pensate che, siccome la terra sacra dei cimiteri non bastava più a contenere il numero enorme di cadaveri che quotidianamente vi affluiva, si scavavano delle fosse comuni dove a centinaia i cadaveri venivano ammucchiati l’uno sull’altro. Anzi, stipati⁸, come si fa con le mercanzie nelle navi, a strati!

6 feretro: bara.
7 abituri: tuguri, casupole, catapecchie.
8 stipati: ammassati, compressi.