Poi, il giorno dopo, di buon mattino, si dipinsero le braccia e le gambe di segni neri, che sembravano lividi, e si recarono a casa sua: «Che Dio vi castighi come meritate, maestro!», lo salutarono.
«E perché mai?», domandò messer Simone il quale, benché si fosse lavato, puzzava ancora di letame.
«Perché siete il peggior traditore e il più sleale uomo del mondo».
«Io?…».
«Niente scuse», lo interruppe Bruno, «ieri notte vi abbiamo atteso per ore e ore all’appuntamento e voi non siete venuto. Ciò significa che siete un uomo pauroso, un traditore pusillanime14 e per colpa vostra, guardate un po’!», e, così dicendo, gli mostrarono i finti lividi che si erano disegnati sulla pelle. «I soci della brigata sono bravi e buoni, ma non perdonano i tradimenti e così, per la vostra viltà, ci siamo andati di mezzo noi due». Il medico voleva scusarsi e raccontare le sue sciagure, di come era stato gettato nella fogna dalla bestia impazzita e che cosa aveva passato poi, per le rampogne15 della moglie.
«Noi vi avevamo detto di non mostrarvi spaventato, sennò la bestia si infuriava. E voi invece avevate la tremarella e invocavate Dio e i santi: è vero o no?».
«Vero!», rispose Simone e cominciò a chieder perdono, a pregarli, per l’amor di Dio, di non sgridarlo più, perché lui teneva molto alla sua reputazione e alla loro amicizia. E così, da quel giorno in avanti, cominciò a invitarli sempre più spesso a pranzo e a cena, e a far loro di molti bei regali, per farsi perdonare e per paura che i due amici andassero in giro a sparlare di lui.
14 pusillanime: pauroso, vigliacco.
15 rampogne: sgridate, rabbuffi.