In quegli stessi anni abitava a Firenze un giovane mercante, di nome Maso del Saggio3, un tipo simpatico, dai modi piacevolissimi, non meno gioviale che scaltro, il quale, essendogli giunta voce dell’asineria di Calandrino, che era la favola della città, aveva deciso di prenderlo di mira e di giocargli qualche burla delle sue. E, avendolo incontrato per caso un giorno in una chiesa mentre osservava attentamente gli affreschi e i bassorilievi4, pensò di prendere l’occasione al volo e mettere in atto il suo proposito. E così, dopo aver informato della sua intenzione un amico che si trovava con lui, si avvicinò alla panca su cui sedeva Calandrino e, facendo finta di non vederlo, ingranò5 con il suo amico un’animata discussione sulle proprietà miracolose di certe pietre, di cui Maso parlava con tanta competenza, come se fosse stato un esperto intenditore. Calandrino per un po’ rimase in disparte ad ascoltare, poi, sentendo che non era una discussione privata, alzatosi, andò ad unirsi ai due compari. Era quello che Maso aspettava. Calandrino pendeva dalle sue labbra e stava a sentirlo tutt’orecchi: «E dove si trovano queste pietre portentose?», gli domandò ad un tratto.
«Beh, la maggior parte si trova nel paese di Bengodi6…», cominciò Maso.
«Bengodi? E che posto è mai?», lo interruppe Calandrino.
«Oh, un posto speciale. Pensa che laggiù legano le vigne con le salsicce e per ogni denaro ti danno un’oca e un papero, per giunta.
3 Maso del Saggio: altro personaggio storico, famoso nella Firenze dell’epoca per il suo senso dell’umorismo e per il suo amore per le beffe e gli scherzi.
4 mentre… bassorilievi: Calandrino è un pittore, sia pure mediocre, e ciò spiega il suo interesse per gli affreschi e le decorazioni della chiesa.
5 ingranò: diede il via, iniziò.
6 Bengodi: luogo immaginario, come indica facilmente il suo nome. Si tratta di un paese dove l’unica legge è quella del piacere,del godimento e del divertimento.