Allora Calandrino, che non aveva perso una sola sillaba delle parole di Maso e si era impresso ogni particolare nella memoria, lo salutò, fingendo di avere non so cosa da fare, e se la filò in fretta e furia, deciso a trovare l’elitropia a tutti i costi, prima che la trovasse qualcun altro. E non volendo accingersi all’impresa, senza informare Bruno e Buffalmacco, che erano i suoi compagni inseparabili, si precipitò subito a cercarli. Ma, cerca di qua, cerca di là, di quei due non si trovava neanche l’ombra. Alla fine, quand’erano già passate le tre del pomeriggio, si ricordò finalmente che i suoi compari erano a lavorare nel monastero delle suore di Faenza16. E così, benché facesse un caldo infernale, mandò al diavolo i suoi precedenti impegni e si precipitò da loro, quasi correndo: «Compagni, siamo ricchi, anzi ricchissimi», gridò, col fiato grosso, appena li vide.
«Ti sei ammattito, amico, che cosa dici?», risposero i due compari.
Calandrino, paonazzo e scarmigliato, con il pancione che gli sobbalzava per via della corsa, riusciva a malapena a respirare:
«Non sono matto»,replicò,dopo aver ansimato per qualche istante,
«oggi ho parlato con un uomo, un tipo in gamba, che sa un sacco di cose. Beh, costui mi ha spiegato che nel Mugnone c’è una pietra, mi-ra-co-lo-sis-si-ma! Una pietra che “chiunque la tenga in mano, mentre la porta con sé, non è veduto da nessuno dove non è”.
Lo ha detto lui! E così, pensavo che noi tre potremmo andare a cercarla insieme, ma subito subito, senza aspettare altro tempo, prima che qualcun altro ci vada prima di noi. Trovarla è uno scherzetto, perché io sono informato e so tutto di queste pietre qui. Noi la troveremo, dunque, dopo di che non ci resterà altro che mettercela in borsa e correre ai banchi dei cambiavalute17, e lì far piazza pulita di monete d’argento e di fiorini. Nessuno ci vedrà, per via della pietra che rende invisibili, e così potremo diventare ricchi come nababbi18, senza dover passare il resto della vita a imbrattare i muri come le lumache19».

16 Faenza: non si tratta della nota località dell’Emilia-Romagna, ma di una contrada della città di Firenze.
17 cambiavalute: banchieri.
18 nababbi: signori, ricchi sfondati.
19 a… lumache: si riferisce ironicamente al mestiere di pittori, di Calandrino e dei suoi due amici.