Bruno e Buffalmacco, a sentirgli infilare tante stupidaggini una dietro l’altra, morivano già dalla voglia di ridere, ma pure si trattennero e guardandosi l’un l’altro, si finsero anzi molto stupiti e lodarono il consiglio del loro amico: «Ma come si chiama questa pietra?», gli domandò a bruciapelo Buffalmacco.
A Calandrino, che era di grossa pasta20 e di memoria corta, il nome era già uscito di mente: «Che ce ne facciamo del nome», rispose grattandosi la testa, «non ci basta conoscerne le virtù? Io dico che noi dovremmo andare a cercarla alla svelta, senza starci a pensare tanto sopra».
«Ma lo sai, almeno, com’è fatta questa benedetta pietra?», gli chiese Bruno.
«Ce n’è di più grosse e di più piccole e sono tutte di colore nero, … quasi. Perciò mi pare che noi dobbiamo solo andare là, raccogliere tutte le pietre nere che ci sono, finché non troviamo quella giusta. Vogliamo muoverci?», rispose tutto d’un fiato.
Allora Bruno si rivolse a Buffalmacco dicendo: «Calandrino ha ragione, però mi sembra che adesso non sia il momento giusto per fare quello che dice, perché a quest’ora, nel Mugnone, ci picchia il sole che asciuga le pietre e le sbianca, mentre alla mattina, prima che il sole le abbia asciugate, sembrano nere. E poi, oggi è giorno lavorativo e nel Mugnone c’è pieno di gente, che, vedendoci, potrebbe indovinare ciò che stiamo facendo e mettersi a farlo anche loro, e forse trovar la pietra prima di noi. E allora, addio denari e addio ricchezza! Perché, invece, non ci andiamo di mattina, così potremo distinguere bene le pietre bianche dalle nere, e magari in un giorno festivo, così non ci sarà nessuno che ci veda».
«E bravo, Bruno!», esclamò Buffalmacco approvando l’idea del compare. Anche Calandrino apprezzò la proposta e così, tutti e tre di comune accordo, stabilirono di trovarsi la domenica seguente, di prima mattina per andare a cercare insieme quella pietra.

20 era di grossa pasta: era un tipo alla buona, ingenuo e un po’ sventato