Ora, una volta, siccome la moglie non stava molto bene, vi andò da solo ed ebbe la sciocca idea di spifferarlo subito ai suoi amici, i quali – neanche a dirlo – sentendo che monna Tessa era malata e che lui sarebbe stato tutto solo, pensarono di approfittarne. E siccome avevano un amico, un prete, che abitava vicino al podere di Calandrino, decisero di trasferirsi per qualche giorno in casa sua. Arrivarono proprio la mattina in cui Calandrino aveva ucciso il maiale e si accingeva a salarlo: «Ehi, compagni», li salutò, appena li vide insieme al prete, «venite un po’ a vedere il mio porco, com’è bello grasso!» e, tutto orgoglioso e gongolante, li accompagnò in casa sua.
«E così, vorresti metterlo sotto sale?», gli chiese Bruno.
«Certo, come tutti gli anni!», rispose Calandrino.
«Che asino! Perché non te lo vendi, invece. Così, coi soldi che ne ricaverai, potremmo fare baldoria insieme!», sbottò Buffalmacco.
«E già, questo è un maiale bello grasso e sai che bel mucchietto di quattrini ti renderà!», soggiunse Bruno.
«Sicuro! E a tua moglie dirai che te l’hanno rubato», concluse Buffalmacco ghignando.
«Siete matti», li rimbeccò Calandrino, «voi conoscete monna Tessa: quella non ci crederà mai, e magari mi caccerà di casa a suon di calci. Perciò non impicciatevi e lasciatemi stare». Bruno e Buffalmacco ce la misero tutta per convincerlo, ma Calandrino era irremovibile: stava con la fronte aggrondata, lo sguardo torvo2 e continuava a ripetere «no no e no», e a scuotere la testa, come un bambino cocciuto. I due amici, visto che era inutile insistere, se ne andarono con la coda fra le gambe, ma, siccome non erano tipi da rassegnarsi facilmente, trovarono ben presto una soluzione.
Fu Bruno, che era il più intraprendente dei due, ad avere l’idea:
«Rubiamogli il maiale questa notte».
«Già, ma come faremo?», domandò Buffalmacco.
«Non è mica difficile! Il porco, sappiamo dove lo tiene, e per il resto, lasciate fare a me!», rispose Bruno.
«Benissimo, così ce lo venderemo e ci godremo i soldi in allegria, sempre che il prete sia d’accordo, s’intende».

2 torvo: cupo, malevolo.