«Insomma, ti dico che è così: me l’hanno rubato stanotte!», lo rimbeccò Calandrino esasperato.
«E come può essere?».
«Te lo ripeto: è così. E io sono perduto e non so come tornare a casa, perché mia moglie non mi crederà a nessun costo e, anche se mi crede, non mi lascerà più in pace. Maledizione!».
«Non è, per caso, che hai messo a frutto il nostro consiglio e ti sei venduto il maiale? Di’ la verità, e adesso vorresti darci a bere che te l’hanno rubato?», insisteva Bruno.
Calandrino urlava e pestava i piedi, al colmo della stizza, come un bambino bizzoso4: «Che Dio mi maledica, se non è vero: mi han-no ru-ba-to il ma-ia-le sta-not-te. Capito?», ripetè scandendo le parole.
E Buffalmacco: «Uhm, se è così, dobbiamo studiare il modo per ritrovarlo».
«E quale?», lo incalzò Calandrino fissandolo, allocchito.
«Diamine, nessuno è venuto qui dall’India a rubarti il maiale.
Secondo me, è stato qualcuno dei tuoi vicini. Perciò, se li potessi radunare, io gli farei il sortilegio del pane e del formaggio, così vedremo chi di loro lo ha preso».
«Il sortilegio5 del pane e del formaggio?», domandò Calandrino grattandosi la fronte.
«Certo: prendi pane e formaggio, li tagli in tanti pezzettini e poi li porti dal prete. Lui li benedice, pronuncia certe formulette magiche di rito. Dopo di che, li dai da mangiare alle persone che sospetti, e allora potrai capire subito chi ti ha rubato il porco, perché il colpevole non riuscirà a ingoiarne neanche un pezzettino, o lo sputerà subito fuori»
«E bravo», lo rimbeccò Bruno sghignazzando, «secondo te, questi signori di campagna saranno così asini da cadere nella tua trappola del pane e del formaggio? Quelli intuiranno subito l’inganno, credi a me, e non vorranno venirci».
«E allora, come si fa?», domandò Buffalmacco.

4 bizzoso: capriccioso.
5 sortilegio: incantesimo, rito magico.