Quanto al resto, lascia fare a noi: stanotte Buffalmacco ed io faremo il sortilegio sui biscotti e domani te li porteremo qui. Anzi, per amor tuo, provvederò io stesso a distribuirli.
Tu sta’ tranquillo e non preoccuparti».
Calandrino non se lo fece ripetere due volte, e il giorno dopo, di buon mattino, raccolse un buon numero di persone, tra giovani signori e contadini, e li radunò sul piazzale, davanti alla chiesa, intorno a un grande olmo. Dopo un po’ arrivarono Bruno e Buffalmacco, portando i biscotti e il fiasco di vino e li invitarono a disporsi in cerchio: «Signori miei», disse loro Bruno, «innanzitutto devo dirvi la ragione per cui vi abbiamo radunati. A Calandrino, che è qui presente, è stato ieri rubato un porco. Egli naturalmente non ha idea di chi sia il colpevole e, siccome l’autore del furto dev’essere per forza uno di voi che abitate qui vicino e sapevate tutti del maiale, lui ha pensato di sottoporvi a questa prova e di offrirvi questi biscotti di zenzero a cui è stato fatto un sortilegio e un bel bicchiere di vernaccia. E sappiate, fin d’ora, che il colpevole, quando gli verrà in bocca il biscotto, non riuscirà a mandarlo giù, perché gli sembrerà più amaro del fiele e, anzi, sarà costretto a sputarlo. Perciò, se vuole evitarsi questa vergogna, è meglio che vada subito dal prete a confessare il furto, e io mi riterrò soddisfatto».
Tutti i presenti acconsentirono a fare la prova, e così Bruno, dopo aver ordinato a Calandrino di mettersi in cerchio insieme agli altri, cominciò a distribuir loro i biscotti. Poi, quando arrivò di fronte a Calandrino gli diede uno dei dolci con l’aloè. Lui se lo mise subito in bocca, senza pensarci su, e cominciò a masticarlo. Che gustaccio! Il poveretto sentì la lingua bruciargli, la saliva tutta un veleno e lo sputò fuori, nauseato, non riuscendo a sopportare il disgusto.
«Che c’è Calandrino?», saltò su uno degli invitati. Allora Bruno, che era ancora intento a distribuire i biscotti si voltò verso di lui e, vedendo che aveva sputato il dolce, disse: «Aspettate, forse l’ha sputato per qualche altro motivo. Proviamo un po’ con questo», e gli porse l’altro biscotto con l’aloè. A Calandrino, se il primo era sembrato amaro, questo parve amarissimo. Si sforzava di masticarlo, perché a sputarlo di nuovo si vergognava, e intanto dagli occhi gli venivano giù dei lacrimoni grossi come nocciole.