Io sono pronto a farti da intermediario in questa faccenda, però bisogna agire con prudenza, perché se Filippo se ne accorge, siamo fritti! Ma adesso, dimmi un po’, che cosa vuoi che le dica da parte tua, quando le parlerò?».
E Calandrino: «Gnaffe! Tu le dirai per prima cosa che le voglio un bene dell’anima e poi che mi dichiaro suo servitore, e che qualunque cosa desideri, io gliela procurerò. Hai capito?».
«Sì, sì, lasciami fare», rispose Bruno.
Venuta l’ora di cena, Bruno e Calandrino sospesero i lavori e scesero in cortile dove trovarono Filippo e la Niccolosa. Calandrino lanciava sguardi di fuoco alla sua bella e sospirava, e la fanciulla a sua volta, lo guardava languidamente4, mandando anche lei ogni tanto qualche sospiretto. E intanto Filippo, fingendo di non accorgersi di nulla, si era impelagato5 in un’animata discussione con Buffalmacco e Nello, su certi affreschi ancora da completare.
«Ohimè, cuoricino mio, anima mia!», sospirava Calandrino e faceva tanti di quei versi e di quegli atti, che se ne sarebbe accorto anche un cieco. Naturalmente, la Niccolosa fingeva di stare al gioco e faceva di tutto per accendere la sua passione, seguendo alla lettera i consigli di Bruno e spassandosela un mondo al vedere i gesti e le espressioni bizzarre del suo balordo innamorato.
«E allora, che te ne pare, amico?», domandò Calandrino a Bruno mentre, alla sera, se ne tornavano a Firenze.
«Dico che la fai sciogliere come neve al sole: è innamorata cotta di te. Diavolo, se tu domani ti porti la ribeba6 e le canti qualcuna di quelle canzonette che sai, ti butterà le braccia al collo», rispose Bruno.
«Davvero, dici sul serio?».
«Come no!».

4 languidamente: con amore e sentimento.
5 si era impelagato: si era gettato, si era impegnato. Filippo e la Niccolosa recitano dunque con zelo la loro parte nella burla a Calandrino, sotto l’oculata regia di un esperto della beffa come Bruno.
6 ribeba: ribeca, strumento musicale a tre corde.