«Io le preparerò un incantesimo coi fiocchi, di quelli del grande mago Frescone9».
«Che incantesimo? Dimmi, dimmi!», lo incalzò Calandrino incuriosito.
«Tu procurami un foglio di cartapecora10, un pipistrello vivo, tre granelli d’incenso e una candela benedetta, al resto ci penso io».
Calandrino trascorse tutto il giorno a costruire trappole per pipistrelli, poi, venuta la sera e catturato il pipistrello, corse da Bruno con la sua preda e tutto l’occorrente per l’incantesimo.
Bruno si ritirò in una stanza, tracciò sul foglio qualche scarabocchio, e intanto, perché Calandrino lo sentisse, recitava ad alta voce alcune formule magiche che – diceva lui – gli aveva insegnato il mago Frescone: «Uggi uggi, salamone e pischilluzzi! Cincillifere e molluschi. Te li mangio se li peschi11». Dopo di che, ritornò da Calandrino e gli porse il foglio dicendo: «Ascolta, io so che oggi Filippo si assenterà per certi affari. Tu approfittane, vai dalla Niccolosa con una scusa e toccala con questa carta incantata. Lei ti seguirà immediatamente e farà tutto ciò che vorrai. C’è una casetta di paglia, dietro il cortile, tu portala lì dentro, così potrete restare soli e potrai dichiararle a quattr’occhi tutto il bene che le vuoi».

9 Io… Frescone: Bruno è davvero un irriducibile artista della beffa, che anche in questo caso sfrutta la sua geniale fantasia per irretire l’ingenuo amico, inventandosi addirittura questo personaggio fantomatico, il mago Frescone, che, già nel nome («frescone» significa «sciocco, balordo»), allude alla stupidità e alla semplicità di Calandrino.
10 cartapecora: carta fatta con pelli di feto di agnello, pergamena.
11 Uggi… peschi: si tratta naturalmente di una filastrocca inventata su due piedi e senza senso, ma, alle orecchie di Calandrino, suona come una formula magica misteriosa.