«Beh, tanto bella non ce l’hai. Sei così smunto, e hai due occhiaie!».
«Ohimè, avrò qualche malattia. Avrò la peste bubbonica, il colera?», soggiunse Calandrino tremebondo.
«Qualcosa hai di sicuro, sembri più morto che vivo!», rispose Buffalmacco.
Calandrino aveva già i sudori freddi e batteva i denti per la paura, quand’ecco sopraggiungere Bruno: «Che brutta faccia, amico! Ti senti bene?», gli chiese, senza neanche salutarlo. Calandrino, che già era malfermo sulle gambe, a sentire queste parole, vacillò: «Che cosa devo fare, amici? Ditemelo voi, perché io mi sento svenire», disse.
«Vattene a casa e mettiti a letto subito, ben coperto, mi raccomando, e poi manda a chiamare maestro Simone5, che è nostro grande amico, e se occorrerà fare qualcosa, noi la faremo, fidati!», gli suggerì Bruno. Nel frattempo era sopraggiunto anche Nello e così, tutti e tre insieme, lo accompagnarono a casa sua, dove si mise subito a letto: «Tessa, coprimi bene, perché sono ammalato», raccomandò alla moglie con un filo di voce. E, mentre gli altri due lo confortavano e gli facevano coraggio, Bruno si offrì di andare in via del Cocomero6, a chiamare maestro Simone: «Gli metterò fretta, così accorrerà subito a visitarti», disse.
«Te ne prego, amico. Va’ e portamelo qui prima che puoi, perché io mi sento non so che cosa nella pancia», mormorò Calandrino ansimando. Bruno andò da maestro Simone, lo mise al corrente della burla che lui e i suoi compari intendevano fare a Calandrino e gli chiese di collaborare con loro. Naturalmente, maestro Simone accettò e, in men che non si dica, arrivarono al capezzale dell’infermo. Per prima cosa, il medico lo visitò accuratamente, gli tastò bene il polso e poi gli disse: «Caro Calandrino, ti parlerò come a un amico. Posso?».
5 maestro Simone: è il medico sprovveduto protagonista della novella della giornata VII, Maestro Simone e la bestia cornuta, alle pp. 164-171.
6 via del Cocomero: la via in cui abitava maestro Simone.