Griselda

(dal racconto di Dioneo)

Griselda è una povera guardiana di pecore che il marchese di Saluzzo, Gualtiero, decide di prendere in moglie. La sua scelta lascia spiazzati i sudditi, convinti che la donna, di umili origini, non sia all’altezza di quel ruolo, ma si rivela ben presto indovinata, perché Griselda, pur essendo una semplice contadina, mostra di possedere tutte le doti di una nobildonna: è saggia, intelligente, virtuosa e non monta in superbia per l’onore che le è toccato. Ma il marchese, non del tutto convinto delle sue qualità, decide di sottoporla a una serie di prove, una più crudele dell’altra, per saggiare la sua pazienza e le sue virtù. Inutile dire che Griselda le supererà brillantemente tutte, mostrando una resistenza psicologica davvero ammirevole e aggiudicandosi definitivamente, con il suo amore incondizionato verso il marito, l’affetto del diffidente Gualtiero. La morale di questa novella è chiara e rivela la mentalità aperta di Boccaccio: l’indole e le capacità di una persona non dipendono dalle sue origini sociali, come nel caso della buona Griselda, appunto, che l’amore per il marito trasformerà quasi miracolosamente in una madre e in una sposa esemplare.