Non era passato neanche un anno dalle nozze, che Griselda diede alla luce una bambina.Lì per lì Gualtiero si comportò come qualsiasi padre e accolse la nascita della figlia con entusiasmo, ma dopo un po’ gli venne in mente una strana idea: mettere alla prova la pazienza della moglie, facendogliene passare di tutti i colori. All’inizio si limitò a insultarla, dicendo che i suoi sudditi erano scontenti di lei a causa della sua umile origine, specie da quando aveva cominciato a mettere al mondo figli, e non vedevano affatto di buon occhio la creatura che aveva appena dato alla luce. La donna, sentendo queste parole, rimase impassibile:
«Signor mio», disse senza battere ciglio, «fa’ pure di me quello che credi giusto e che torna più a tuo vantaggio, e ne sarò contenta.
Io sono solo un’umile contadina e non son degna del grande onore che tu mi hai fatto sposandomi».
«Dunque non si è montata la testa, da quando l’ho sposata!», pensò Gualtiero e rimase assai soddisfatto della sua risposta. Ma, passato qualche tempo, tornò alla carica: «I miei sudditi non sopportano più tua figlia e vogliono che io me ne liberi», le comunicò freddamente e il giorno dopo le inviò un servitore con l’incarico di prelevare la bambina. Il servo andò dalla marchesa e, con volto addolorato, le disse: «Madonna, se non voglio morire, devo ubbidire agli ordini del mio signore. Egli mi ha comandato di prendere vostra figlia e di…» e non riuscì a finire la frase. Griselda, sentendo queste parole e vedendo la faccia tutta triste del servo, si ricordò di ciò che le aveva detto Gualtiero il giorno prima, e capì che il servitore era venuto a prelevare la bambina per ucciderla. Così prese la neonata dalla culla, la baciò dolcemente e, anche se dentro di sé moriva di dolore, con viso impassibile, senza tradire alcuna emozione, gliela mise in braccio dicendogli: «Tieni, ed esegui pure ciò che il tuo e mio signore ti ha imposto. Ti chiedo solo una grazia: quando l’avrai uccisa, seppellisci il suo corpicino, affinché le belve e gli uccelli non lo strazino. Fallo, per cortesia, a meno che il mio signore non lo vieti».